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Giustizia

Italia, l’entrata delle donne nelle cariche della Magistratura e la prima donna magistrato

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ITALIA – Poco meno di sessant’anni fa, nel 1963, con la legge 9 febbraio fu riconosciuta alla figura della donna l’entrata a pari merito degli uomini nelle cariche della Magistratura. Il testo normativo promulgato dal Governo Fanfani, cita testualmente:

“La donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la Magistratura, nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge. L’arruolamento della donna nelle forze armate e nei corpi speciali è regolato da leggi particolari.”

Un importante risultato che definì l’inizio di un epoca di emancipazione della figura femminile rispetto a quella maschile attraverso il raggiungimento di un’ndipendenza economica di fondamentale importanza ai fini della autonomia.

Il primo concorso di Magistratura aperto anche alle donne venne bandito il 3 maggio 1963: Letizia De Martino vinse il concorso, insieme ad altre otto donne.

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Caivano

Stupro di Caivano, chiesti 12 e 11 anni per i due maggiorenni del branco

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12 anni e 11 anni e 4 mesi di reclusione per i due maggiorenni ritenuti coinvolti nelle violenze sessuali subite due cuginette di 12 e 10 anni di Caivano.
E’ quanto richiesto dalla Procura di Napoli Nord, avanzata oggi dal Pubblico Ministero, Giuseppe Vitolo, al termine della requisitoria nella quale è stato evidenziato soprattutto l’aspetto umano e sociale del comune dell’hinterland caivanese in cui l’assenza dello Stato è evidente, secondo quanto sottolineato proprio dal pm.

Per il Sostituto Procuratore di Napoli Nord il personaggio perno delle violenze sarebbe stato il 18enne Pasquale Mosca, per il quale ha richiesto 12 anni di carcere perché non sussistenti le attenuanti generiche; 11 anni e 4 mesi è – invece – la richiesta formulata per Giuseppe Varriale, 19enne.

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Giustizia

Riforma Magistratura, Ida Teresi (Anm): “Così pm diventa mostro autoreferenziale”

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“Creiamo un mostro autoreferenziale sullo stile del prosecutor americano che ha diritto di vita e di morte su un indagato”. E’ quanto ha osservato il pm Ida Teresi, presidente della sottosezione di Napoli dell’Associazione Nazionale Magistrati, commentando a margine dell’insediamento a Napoli del neo presidente della Corte di appello Maria Rosaria Covelli, le rassicurazioni del ministro Nordio sul rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura.
La presidente, della sottosezione di Napoli dell’ANM, ha poi aggiunto: “In America il pm decide se e quando fare le indagini, se e quando mandare a giudizio, e ha un potere di negoziazione sull’indagato molto diverso e molto pericoloso. Chi vuole in Italia un pm così potente e pericoloso?, l’unico che andrà a pagarne le conseguenze sarà il cittadino. Avremo una giustizia non imparziale e una democrazia ridotta. Perché l’indebolimento dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura determina una democrazia illiberale”.

(fonte: Ansa.it)

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Giustizia

Il procuratore Gratteri: “Il codice penale non va tagliato con l’accetta”

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“Il codice penale non deve essere tagliato con l’accetta per dimostrare all’Europa che il numero dei reati in Italia sono calati”.

Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri rispondendo alla domanda di un giornalista circa l’attenuazione dell’obbligatorietà dell’azione penale.

“Sono nettamente contrario”, ha detto ancora, “e lo ero già quando è stata resa facoltativa la denuncia con la precedente riforma”. “La parte offesa, come gli anziani, deboli e fragili, così non viene tutelata”, ha sottolineato Gratteri, “Io tornerei a prima delle riforma Cartabia” perché, ha aggiunto: “Bisogna concentrarsi a fare indagini, e a scrivere sentenze. Bisogna accorpare i tribunali e ridurre i magistrati laddove sono sovrabbondanti, bisogna fare sinergia”. “Ci sono riforme che rendono difficile il lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine, come, per esempio, l’autorizzazione da parte del gip del sequestro del telefonino di un indagato”, e ancora “c’è una forte pressione psicologica sui pm: io ho spalle large e nervi d’acciaio, mangio pane e veleno da molti anni, ma immagino i giovani magistrati alle prese con queste riforme”. 

(fonte: Ansa.it)

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